Quando si realizzano nuove strutture o si effettuano interventi edilizi in giardino, è fondamentale conoscere la normativa edilizia in materia di permessi, soprattutto relativamente ai cosiddetti “derivati”. Il rischio di incorrere in sanzioni o di dover rimuovere quanto costruito è reale se non si distingue tra attività di edilizia libera e quelle che richiedono autorizzazioni specifiche. Un approccio consapevole permette di valorizzare il proprio spazio verde senza spiacevoli sorprese.
Cosa si intende per “derivati” nel contesto del giardino
Nel linguaggio legato alla progettazione e costruzione di giardini, il termine “derivati” indica tipicamente elementi edilizi accessori rispetto all’edificio principale, come pergolati, gazebo, tettoie, casette in legno, verande e simili strutture leggere, destinate alla fruizione degli spazi esterni o alla protezione di piante, attrezzi e arredi da giardino. Questi manufatti sono considerati dipendenze funzionali della casa o comunque spazi accessori, ma il loro impatto urbanistico può cambiare in base a dimensioni, materiali e modalità d’ancoraggio al suolo.
La normativa urbanistica individua alcune di queste strutture come “pertinenze”, ossia elementi che, pur essendo fisicamente separati dall’immobile principale, sono funzionalmente collegati ad esso e non possono essere destinati ad un uso autonomo rispetto alla casa. I “derivati” possono quindi comprendere non solo gazebo, pergolati e casette in legno, ma anche tettoie e coperture, box auto e piccoli depositi.
Quando servono permessi per costruire in giardino
La necessità dei permessi edilizi dipende principalmente dalla natura della struttura che si intende realizzare, dalla sua temporaneità e dal grado di ancoraggio al suolo. Secondo le indicazioni del Testo Unico sull’Edilizia (DPR 380/2001), sono considerati di edilizia libera, quindi senza necessità di specifici titoli abilitativi, solo quegli interventi di modesta entità, temporanei e facilmente rimovibili. Gli esempi classici sono pergolati leggeri non fissati stabilmente a terra, gazebi stagionali e tende parasole .
- Pergolati e gazebi: Se ancorati al suolo in modo permanente, sono equiparati a nuove costruzioni e quindi necessitano di permesso di costruire. Se posizionati senza fondazioni e per brevi periodi, spesso rientrano nell’edilizia libera.
- Verande e coperture: La veranda è vista come ampliamento volumetrico e richiede sempre permesso di costruire in quanto va a modificare stabilmente l’aspetto e l’uso dell’immobile .
- Casette da giardino: Questi manufatti, soprattutto se destinati a deposito attrezzi o piccoli laboratori, richiedono permessi quando sono stabili e durevoli. Solo le soluzioni mobili e temporanee possono essere collocate senza autorizzazione formale.
- Tettoie e pensiline: Anche queste vanno autorizzate se di grandi dimensioni o fissate con fondazioni. Le versioni leggere, smontabili e di dimensioni ridotte possono rientrare nell’edilizia libera.
Tuttavia, occorre tenere presente che ogni Comune può adottare regolamenti e interpretazioni diverse, per cui è sempre consigliabile consultare l’ufficio tecnico comunale prima di iniziare i lavori.
Come distinguere edilizia libera e opere soggette a permesso
La differenza principale risiede nelle caratteristiche di stabilità, permanenza e impatto volumetrico della struttura. Il concetto di “pertinenza edilizia” è centrale: i manufatti che si configurano come semplici pertinenze, privi di autonomia funzionale e di rilievo urbanistico, possono – entro certi limiti dimensionali e tecnici – essere realizzati in regime di edilizia libera. Diverso il caso di nuove costruzioni o ampliamenti, che richiedono almeno la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o, più spesso, il permesso di costruire .
Alcuni criteri di valutazione
- Fissaggio al suolo: Strutture fissate con plinti, fondazioni o viti di ancoraggio sono considerate permanenti.
- Durata: Un’opera temporanea e facilmente rimovibile può essere realizzata senza permesso.
- Destinazione d’uso: Se la struttura è utilizzata come deposito, laboratorio o spazio abitativo, è più probabile che servano autorizzazioni.
- Impatto volumetrico: Aumenti di superficie e volumetria richiedono titoli edilizi.
Per quanto riguarda le strutture in legno, come casette, chalet o garage, la loro robustezza e longevità implica che dal punto di vista normativo vengono equiparate agli edifici tradizionali, con necessità di rispettare tutte le prescrizioni edilizie ordinarie .
Errori comuni e raccomandazioni pratiche
Tra gli errori più diffusi c’è l’idea che in giardino sia possibile realizzare qualsiasi manufatto in assoluta libertà. Questa convinzione espone al rischio di sanzioni amministrative e al ripristino dello stato dei luoghi. È quindi essenziale seguire alcune raccomandazioni:
- Verifica delle norme urbanistiche comunali: Ogni Comune può avere regole più restrittive rispetto alla normativa nazionale.
- Consulta un tecnico abilitato: Un professionista può aiutare a interpretare la normativa e predisporre eventuale pratica edilizia.
- Considera la presenza di vincoli: In caso di immobili o zone sottoposte a vincolo paesaggistico, naturalistico o storico, occorre quasi sempre chiedere il permesso anche per opere di piccola entità .
- Preferisci strutture removibili: Se desideri evitare lunghe pratiche, prediligi gazebo, pergolati e casette leggere e temporanee.
In sintesi, prima di intervenire, è indispensabile acquisire consapevolezza normativa e rivolgersi agli uffici comunali per evitare brutte sorprese e valorizzare il giardino nel pieno rispetto della legge.