Call center molesti? Ecco i prefissi che usano per disturbarti e come bloccarli

Il fenomeno delle telefonate moleste dei call center rappresenta uno dei principali disagi per milioni di italiani: si tratta di chiamate indesiderate che invadono la quotidianità, spesso con intenti pubblicitari aggressivi o addirittura truffaldini. I soggetti che orchestrano queste campagne fanno largo uso di tecniche sofisticate per aggirare le difese degli utenti, impiegando numeri che a prima vista sembrano italiani, così da aumentare la probabilità che le persone rispondano. Negli ultimi anni, l’aggressività di questo marketing telefonico è aumentata, diffondendosi anche grazie a una crescente digitalizzazione dei sistemi di chiamata.

Tecniche e prefissi usati dai call center molesti

Una delle strategie più diffuse dai call center, soprattutto quelli situati all’estero, si chiama spoofing: con questa tecnica, l’identità reale del chiamante viene celata dietro un numero con prefisso italiano (come 02 per Milano, 06 per Roma, 081 per Napoli e così via). Gli utenti visualizzano così sul proprio schermo dei numeri apparentemente comuni e, magari credendo si tratti di una chiamata importante, finiscono per rispondere, cadendo nella trappola. In realtà, queste numerazioni sono solo facciate: la chiamata parte da server internazionali, spesso mascherata da software automatici generando migliaia di chiamate in pochi minuti.

I nuovi trend mostrano un aumento significativo delle chiamate spoofing da numeri mobili italiani, con poca o nessuna differenza visiva rispetto alle chiamate legittime. Questa mossa rappresenta la reazione dei call center agli interventi normativi e ai filtri nati in risposta alle lamentele dell’utenza: quando cala l’efficacia dei numeri fissi, i call center molesti si adeguano spostandosi sui cellulari, sfruttando una gamma ancora più vasta di prefissi.

Perché riconoscere lo spoofing è difficile?

Il motivo principale risiede nella struttura tecnica dello spoofing: il telefono dell’utente riceve una chiamata da un numero che non corrisponde al reale mittente. Di conseguenza:

  • Il numero visualizzato può essere un vero prefisso italiano (anche di una città conosciuta, creando fiducia artificiale).
  • Richiamando il numero spesso non si ottiene risposta o si riceve un messaggio di numero inesistente, segno che la chiamata è stata “camuffata”.
  • Si può ricevere la chiamata anche da numeri apparentemente appartenenti a banche o contatti salvati in rubrica, incrementando i rischi di truffa.

Le nuove regole e il filtro anti-spoofing

Dal 19 agosto 2025 è operativa una nuova normativa anti-spoofing voluta da AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), frutto della collaborazione con il Ministero delle Imprese e made in Italy. Le nuove misure impongono agli operatori telefonici italiani di bloccare tutte le chiamate provenienti dall’estero che utilizzano prefissi fissi o mobili italiani “finti”. Il filtro agisce sulle cosiddette chiamate “CLI spoofing”—ovvero quelle in cui l’identificazione numerica è deliberatamente alterata—scaricando sugli operatori la responsabilità di intercettare e fermare i tentativi di frode prima che arrivino sugli smartphone dei cittadini.

Questo provvedimento rappresenta un passo avanti significativo nella tutela dei consumatori: la normativa, infatti, è stata pensata per contrastare soprattutto l’attività dei call center illegali e delle truffe telefoniche, che utilizzano lo spoofing non solo per promozioni indesiderate ma anche per rubare dati sensibili, colpendo in particolare le categorie più vulnerabili come anziani e minorenni.

Tuttavia le associazioni consumatori, come il Codacons, rimangono caute: secondo loro, anche se il filtro rappresenta indubbiamente una svolta, il fenomeno non potrà essere azzerato completamente. I call center potrebbero attrezzarsi con nuove strategie per eludere i controlli, spostando il fenomeno su nuove numerazioni o addirittura utilizzando messaggistica istantanea e altre piattaforme digitali per raggiungere le vittime.

Come difendersi e bloccare le chiamate moleste

Nonostante le nuove regole, la prudenza personale e la prevenzione restano armi essenziali nella lotta alle chiamate indesiderate. Oltre all’azione diretta delle autorità, ogni utente può adottare una serie di accorgimenti:

  • Non rispondere a numeri sconosciuti: se la chiamata è legittima, chi chiama lascerà un messaggio. Non rispondere è il modo più semplice di neutralizzare i tentativi di phishing o truffa.
  • Utilizzare la funzione “Non disturbare”: molti smartphone permettono di filtrare le chiamate in arrivo, accettando solo quelle dai numeri presenti in rubrica.
  • Iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni: questo strumento ufficiale serve a tutelare gli utenti che non desiderano ricevere telefonate di telemarketing, anche se purtroppo alcuni operatori scorretto riescono comunque a violarne le regole.
  • Bloccare manualmente i numeri sospetti: quasi tutti i telefoni integrano funzioni per aggiungere numeri indesiderati a una lista nera personale.
  • Mantenere aggiornata la lista delle app anti-spam: esistono numerose applicazioni dedicate che filtrano automaticamente le chiamate sospette, avvisando l’utente o bloccandole sul nascere.

Indicatori di una chiamata falsa o pericolosa

Anche senza conoscenze tecniche avanzate, l’utente attento può individuare alcuni segnali tipici delle chiamate moleste:

  • Il numero chiamante ha un prefisso italiano ma, richiamato, risulta inesistente.
  • Ricevi più chiamate da numerazioni simili, spesso con variazioni delle ultime cifre.
  • Il messaggio è registrato (“robocall”), impersonale o troppo generico, indice di automazione di massa.
  • L’operatore ignora la tua richiesta di essere cancellato dalla lista chiamate.

Le prospettive future nella protezione dei cittadini

L’evoluzione tecnologica del telemarketing e la globalizzazione dei servizi di call center continuano a porre sfide ai legislatori europei e italiani. Il successo del filtro anti-spoofing, implementato ad agosto 2025, sarà valutabile solo nei prossimi mesi, quando i dati sulle chiamate moleste saranno monitorati dalle autorità e dalle associazioni dei consumatori.

Ma la lotta è destinata a spostarsi continuamente: già oggi i call center illegali stanno reinventandosi, trasferendo parte delle attività su canali online, chat e SMS. Per questo, alle nuove regole si affiancheranno sempre più spesso soluzioni tecnologiche e campagne di sensibilizzazione sui rischi delle truffe digitali. Fondamentale sarà in ogni caso l’azione sinergica tra stakeholder pubblici e privati, operatori telefonici, forze dell’ordine e, non meno importante, cittadini consapevoli e informati.

In sintesi, se è vero che l’era delle telefonate moleste sembra tutt’altro che conclusa, l’introduzione di normative aggiornate, il ricorso ad appositi filtri tecnologici e la diffusione di buone pratiche individuali rappresentano oggi la miglior difesa a disposizione di chi non vuole più essere disturbato da call center aggressivi e, soprattutto, da potenziali truffatori. Informarsi, rimanere aggiornati e non abbassare la guardia resta la strategia più efficace.

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